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Luoghi impervi e selvaggi a tratti ricchi di testimonianze sulle tradizioni abruzzesi e sulle storia dell’uomo, la Majella spirituale
Saremo totalmente immersi nelle bellezze della natura selvaggia che è da sempre amica e compagna di chi cerca se stesso e la dimensione spirituale nella solitudine e contemplazione.
Muovendoci per lo più sul Sentiero dello Spirito, comprenderemo perché la Majella Occidentale è stata scelta da Pietro da Morrone: qui i paesaggi e gli ambienti si manifestano in tutto il loro fulgore con pareti rocciose che diventano imponenti fino a divenire veri e proprio canyon; con l’acqua che scorre abbondante in fiumi e torrenti cristallini, a garantire costantemente linfa vitale per la flora e la fauna.
Percorreremo le vie dove un tempo i pastori erano di casa e raggiungeremo, immersi nella natura più incontaminata, l’ Eremo di San Giovanni, forse il più suggestivo fra gli eremi celestini.
Solo pochi avranno l’ardire di entrarci. I più si fermeranno ad ammirarlo dal roccione antistante: comprenderemo come un tempo si riuscisse a vivere in luoghi isolati come questo e allo stesso tempo scopriremo la pace che solo questi posti regalano. Non a caso venivano infatti scelti come luoghi di eremitaggio o comunque di culto: le energie che la natura racchiude fra queste rocce, fra i suoi alberi e le sue acque, sono rare e preziose.
Rivivremo quindi lo spirito dei tempi andati, fra i ricordi di pastori che in ogni epoca usarono lo sgrottamento come rifugio, e la storia di uno degli uomini più contraddittori e carismatici del XIII secolo, Pietro da Morrone alias Pietro Angelerio, altrimenti detto Celestino V.
Viaggeremo a ritroso nel tempo, a partire dal secolo scorso, in cui erano ancora vive alcune delle più radicate tradizioni agro-silvo-pastorali della zona, dove ogni piccolo paese o contrada doveva garantirsi l’autosufficienza anche nei mesi più difficili, sfruttando risorse impensabili per noi abituati agli infiniti agi delle nostre case;
All’interno dell’Eremo scopriremo una delle opere più avanzate di ingegneria idraulica del XIII secolo d.c. e proveremo ad immaginare come fosse la struttura dell’eremo quando era ancora abitato dai monaci celestini.
Lungo il percorso ci affacceremo sulla Valle dell’Orfento, lì dove volteggia l’aquila che ha scelto di nidificare fra le sue pareti.
eremo di San Giovanni all’Orfento
Di seguito potrai vedere tutte le caratteristiche di questo tour: